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Cosa si sa della proroga del bonus 110% sui condomini

Cosa si sa della proroga del bonus 110% sui condomini
Pubblicato il:
18 Ottobre 2023

Iniziamo subito con il dire che ad oggi non sono previste proroghe per il bonus 110%. Con la conversione in legge del Decreto Asset l’unica proroga ha interessato le unifamiliari che alla data del 30 settembre 2022 avevano effettuato lavori per almeno il 30% dell’intervento complessivo.

Cosa dice il Decreto Asset

Riportiamo la nuova versione dell’art. 119, comma8-bis, secondo periodo, del Decreto Rilancio [Giunto a quasi 30 correzioni]:

“Per gli interventi effettuati su unità immobiliari dalle persone fisiche di cui al comma 9, lettera b), la detrazione del 110 per cento spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023, a condizione che alla data del 30 settembre 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30 per cento dell’intervento complessivo, nel cui computo possono essere compresi anche i lavori non agevolati ai sensi del presente articolo.”

Il Decreto Asset ha riguardato in maniera diretta anche il mancato utilizzo delle detrazioni indirette argomento che non trattiamo nel presente articolo.

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Quali sono le richieste dei costruttori

La priorità dei costruttori, espresse dalle associazioni di categoria in vista dell’approvazione della manovra finanziaria è quella di ottenere una proroga, anche solo di qualche mese, per i condomini che non hanno ultimato i lavori e vedere lo sblocco dei relativi crediti.

Al termine del vertice tenutosi venerdì 13 ottobre tra il governo e le parti sociali, l’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) ha riferito che qualcosa si è mosso.

Qual è la situazione attuale

Per i lavori nei condomini lo stato dell’arte prevede che i soli lavori ultimati entro il 31.12.2023 potranno usufruire dell’aliquota di detrazione del 110% [Fatte salve le condizioni previste dal decreto di novembre (CILAS+Assemblea)] altrimenti lo sconto passa al 70%. La differenza andrà a carico dei singoli proprietari, che se non dovessero pagare tale quota residua correrebbero il rischio di perdere l’intero contributo.

Per esempio, ipotizzando un importo lavori di 200 mila euro, in cui al 31.12.2023 il Direttore dei Lavori assevera che sono stati realizzati lavori per un importo di 140 mila euro, questi 140 mila euro avranno una detrazione del 110% o verranno scontati al 100% (Ipotesi di sconto in fattura applicato dall’impresa). Per i restanti 60 mila euro il 70% potrà invece essere detratto/scontato in fattura (42 mila euro) mentre la quota residua di 18 mila euro resterà a carico del condominio.

Cosa può decidere il governo

Per il raggiungimento di un eventuale accordo con il governo possiamo ipotizzare il delinearsi di due scenari:

A] Una proroga legata al reddito dei cittadini
B] Un meccanismo per scaricare l’allungamento delle scadenze sul deficit di quest’anno, quando saranno ancora sospese le regole del patto di stabilità.

Cosa invece si sa con certezza

Ad oggi 16 ottobre 2023, contando sulla sola certezza che abbiamo, e cioè che oggetto di cessione al 110% sono solo quei lavori che al 31.12.2023 entrano nello Stato Avanzamento Lavori dichiarato dal Direttore di Lavori).

Rileviamo anche che non è possibile mettere in atto il meccanismo che si era utilizzato per il bonus facciate (90%) in cui i condomini pagavano l’aliquota del 10% entro il 31.12.2021 al fine di vedersi scontate le lavorazioni, seppur ancora da eseguirsi, all’aliquota del 90%.

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Per cosa è stato utile il bonus 110%

La misura del 110% ha contribuito in maniera determinante a rendere efficienti sul piano energetico e strutturale gli immobili su cui si è riusciti ad intervenire. Questo ha avuto esiti positivi sui consumi (gas e luce continuano a crescere), sull’impatto ambientale e sulla sicurezza antisismica degli stabili, con una crescita inconfutabile del loro valore commerciale.

Quanto vale di più uno stabile ristrutturato mediante il bonus 110%?

Adottando il criterio di stima del valore di mercato, che paragona le compravendite degli ultimi anni per edifici analoghi (stessa zona, stessa metratura, etc.), è evidente che la differenza di prezzo tra un immobile riqualificato e uno NON riqualificato, è superiore al 10%.

Tale circostanza e la consapevolezza che la manutenzione dell’immobile determina un aumento del valore dello stesso, sprona noi di CEGEST a continuare il nostro lavoro amministrativo, tecnico ed informativo per rendervi sempre puntualmente consapevoli di ogni opportunità esistente per prenderci cura del vostro immobile.

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